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I FIGLI DELLA PAGHETTA.
Reddito di cittadinanza. Come dire: sono nato, esisto, quindi qualcuno mi deve mantenere ben oltre la soglia adolescenziale. E’ un concetto figlio degenere di una ideologia parassita che ha nella sinistra espropriatrice la sua incubatrice, culla e dea protettrice. Stante ciò non potevano i figli della paghetta, dissolutivo embrione del reddito di cittadinanaza, non rivendicarlo quale diritto assoluto ed inalienabile. Lo stesso risultato elettorale del 4 marzo ultimo scorso è la cartina di tornasole di questa reazione chimico-sociale scaturita dal miscuglio di istanze parassitarie, tanto care alla sinistra improduttiva e nemica del lavoro come mezzo di crescita individuale e nazionale. Già il giorno successivo allo spoglio delle schede l’ esercito di parassiti, sdoganato dal più ridicolo e virtuale movimento che si sia affacciato sulla scena politica italiana, dopo quello radicale, si è avventato sulla pagnotta promessa reclamando i moduli per la richiesta della paghetta. Il reddito di cittadinanza è, per ora, il punto più basso e miserevole della eterna sceneggiata deresponsabbilizzatrice recitata dalla sinistra. Dopo il 6 politico e la distruzione del dovere allo studio, dopo la squallida tiritera dei certificati di malattia compiacenti tramite i quali intere generazioni di parassiti hanno goduto di settimane bianche, azzurre e verdi (cacc(i)a e pesca) alla faccia dell’ altra Italia che lavora, dopo le stanze della droga di “turco” ricordo, dopo aver frantumato i vincoli morali e spirituali della famiglia, dopo aver abusato dei bambini imponendo loro di vivere con caricature genitoriali, ecco arrivare il reddito-paghetta di cittadinanza, autentica follia morale e finaziaria. Coloro che lo propongono, anzi lo pretendono, provocando ulteriore debito sul già osceno debito italiano, sono individui che non solo non hanno mai lavorato e prodotto alcunchè, ma sono coloro che odiano la responsabilità, che odiano doversi guadagnare il tozzo di pane e che , se proprio devono sporcarsi le mani, possono farlo solo come direttori commerciali, amministratori delegati o presidenti di qualunque cosa, purchè ne traggano tanti soldi e zero fatica. Per le generazioni cresciute nel rispetto e nella pratica dell’ apprendistato, nella faticosa scalata gerarchica e professionale, nel lavoro per pagarsi lo studio, questa del reddito-paghetta di cittadinanza è un’autentica bestemmia, un’offesa alla dignità della persona e alla sua (quando c’è) intelligenza. E’ la certificazione Statale di imbecillità e incapacità per le quali si ha diritto alla tutela dello Stato padre padrone in forza dell’ odiosa equazione, tutta sinistra, “tu mi voti e io ti mantengo secondo le necessità che io reputo tu abbia”. Questa farsa non è un reddito perchè il reddito deriva da lavoro e impiego di capitali, questa è elemosina in cambio di voti e di subordinazione, data a chi è in eterna ricerca di scorciatoie esistenziali parassitarie. La sinistra comunista è maestra in questo e anche nell’ affamare popoli e nazioni con la sua “illuminata” ideologia (vedi Cuba, Venezuela, Congo, Corea del Nord e prima ancora l’ ex Unione Sovietica). Ora tocca all’ Italia.